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Precipizi Relativi

Precipizi Relativi

"A volte ti esprimi d'eterno, vita mia / poi ruggisci e sputi morte / non vuoi deciderti / e nell'incertezza ti consumi tutta". #MargheritaAgnelli


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Pubblicato da Precipizi relativi su 26 Febbraio 2024, 23:12pm

appenaunattimofa, 2 febbraio 2017

ANIMO SENDAI!!

Da facebook

Liberamente trattare

I siciliani la chiamano "incoscienza di Dio", una temerarietà senza speranza e uno spreco .

[In divenire, mentre è il libro che mi legge. Voglio vedere se ricorda tutto.]

E mentre meditavo sull'antico mondo sconosciuto, pensai allo stupore di Gatsby la prima volta che individuò la luce verde all'estremità del molo di Daisy. Aveva fatto molta strada per giungere a questo prato azzurro e il suo sogno doveva essergli sembrato così vicino da non poter sfuggire più. Non sapeva che il sogno era già alle sue spalle, in questa vasta oscurità dietro la città, dove i campi oscuri della repubblica si stendevano nella notte.                                                                       
Gatsby credeva nella luce verde, il futuro orgiastico che anno dopo anno indietreggia davanti a noi. C'è sfuggito allora, ma non importa: domani andremo più in fretta, allungheremo di più le braccia... e una bella mattina...
Così continuiamo a remare, barche controcorrente, risospinti senza posa nel passato.
[Ad un certo punto nel declino della sua avventura] doveva essergli parso di aver perduto il calore del vecchio mondo, di aver pagato un prezzo molto alto per aver vissuto troppo a lungo con un unico sogno. [Di solito succede quando finisci per terra e sperimenti] com'è cruda la luce del sole su un'erba quasi non ancora creata [e per te non c'è più molto da fare perché stai trapassando].
[Sarebbe ora d'uopo un filmato drammatico. Un primo piano di Gatsby a terra, sull'erba di un prato, mentre esala, i cui polmoni scuotono il petto ribellandosi alla morte. E tutt'intorno i colori pastello del giorno e le voci dei simili e i suoni quotidiani nei quali finisce il viaggio. La banalità che trionfa].
[Era avvenuto che il sogno di Daisy - una donna, ma potrebbe esser qualunque altra elevatissima cosa - l'aveva trasportato in una bolla sulla quale tutti gli altri sentimenti, gli accadimenti della vita e della Storia, le dinamiche sociali giungevano depotenziati di intensità rispetto al pensiero ossessivo di lei, alla scalata sociale, economica che si era imposto per conquistare l'Amore e raggiungerlo in vetta. Ma non era ancora pronto, doveva lavorare: aveva bisogno di tempo].
[Mentre invece, per la medesima sostanza che ci unisce nelle tensioni e nelle aspirazioni i cui tempi di esaudimento troppo parzialmente la vita stabilisce] continuamente qualcosa dentro di lei reclamava una decisione. Voleva che la vita la afferrasse ora, senza ritardo, e la decisione doveva esser provocata da qualche forza - d'amore o di denaro o di praticità indiscutibile - che le fosse a portata di mano.
Quella forza prese forma a metà della primavera con l'arrivo di Tom Buchanan. Vi era una salubre mole nella sua persona e nella sua posizione e Daisy rimase lusingata [e lo sarebbe stata per sempre, lei come tutte]. Indubbiamente vi fu una certa lotta col sangue che ribolliva gelosia e tuttavia un certo sollievo per il tempo che gli si apriva davanti [ ma era una sottovalutazione in un sogno, allorché il desiderio è così strabordante che qualunque nuova è una buona nuova] quando la lettera [che ratificava l'unione]  raggiunse Gatsby mentre era ancora ad Oxford.
[Gatsby sottovalutò dunque l'impriting di Tom su Daisy negli anni; la intimità, la fiducia, la riconoscenza che si cementò tra i due e il nulla che si aprì sul nostro Eroe, sposato a distanza, ma soprattutto solamente nella sua mente; un nulla su cui è bene intendersi: rovinoso, fatto di aspettative mai realizzate, di slanci generossimi non solamente non apprezzati ma neppure conosciuti: chessò, andarne in cerca per la grande città senza sapere minimamente dove lei si trovi o costruire un'immensa casa dalla quale si possa guardare a distanza la luce verde della sua, e fantasticare che un giorno la si possa abitare insieme, altrimenti inutile. Fino al dono della propria vita. E di conseguenza un vuoto mai colmato rimase tra sé e il resto dell'umanità tanto che proprio nessuno fu al suo funerale].
[Ne valse la pena?] Si accorse che si era gettato all'inseguimento del Santo Graal. Sapeva che Daisy era straordinaria, ma non aveva immaginato fino a che punto potesse esser straordinaria una ragazza "per bene" [ in realtà sottovalutò la "per bene" banalità e meschina convenienza che la mosse sempre, su diciamolo una volta per tutte! ]. [Infatti] Lei dileguò nella sua ricca casa, nella sua vita agiata e piena, senza lasciare niente a Gatsby. Questo si sentì sposato a lei; e fu tutto.
[E il tradimento di lei, fino ad indurre all'omicidio per salvare se stessa, l'oblio paurosamente incombente di tutti fu niente su lui, ma apparentemente.
Rimane uno stoico romantico travolto da un'umanità latente, dimentica.
Un mondo nel quale lo spessore e la durata dei suoi atti di generosità per gli altri non commuove le persone, quasi avessero la sensazione che le grandi feste, l'immensa villa condivisa di Gatsby fossero solamente per conquistare Daisy, così che tutti fossero solamente strumenti per la conquista della vetta.
Ed è nella perseveranza degli atti di generosità ingoiati ed annullati in un attimo, da un pensiero nel quale manca la gentilezza e l'empatia, che il nostro Eroe soccombe un po' alla volta.
Come ad ognuno di noi accade quando si è troppo maliziosamente ed ingiustamente interpretati.
Un'assenza, una freddezza dell'umanità che gli farà male con grandi imposti silenzi; non che gli importi però tanto da distruggerlo, così sovrastato dal sogno che lo porterà alla morte.
Piuttosto è da riflettere su quanto una vita senza radici, da sempre errante nelle praterie americane in viaggi senza sosta, un'esistenza in solitudine, senza testimonianze certe sulla sua professione e sui suoi studi, abbiano contribuito a creargli intorno diffidenza e conseguente freddezza.
In definitiva personaggio in rotta irreversibile con questo mondo e perciò stesso universale.
Proprio così!!]
Il Grande Gatsby, F.S.Fitzgerald liberamente e incoscientemente trattato da me.

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